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Massimiliano Altobelli, Investigatore Privato a Roma, autorizzato dalla Prefettura dal 1995, svolge personalmente indagini con l'ausilio della più moderna tecnologia investigativa, fornendo al committente prove legalmente valide. Consulenze e Preventivi gratuiti 24/24 - 7/7. Tel.: 336.340.007 http://www.maximedetective.net

martedì 27 maggio 2014

Cassazione: le prove raccolte da un investigatore privato sono valide in causa di separazione

  ..Ottima sentenza che va a confermare l'importanza del dimostrare, con l'ausilio delle prove fornite da un Investigatore Privato, l'infedeltà del coniuge come motivo della separazione, al fine della richesta di addebito della responsabilità.
     A pensare che ci sono ancora persone, anche Legali, convinti che le fotografie fornite da un Inevestigatore Privato non si possono presentare per "motivi di privacy"..
      A mio avviso tanti progressi sono stati fatti negli ultimi anni, ad iniziare da Decreto Ministeriale 269/2010, che ha fatto molta chiarezza in molti aspetti dello svolgimento della professione come, ad esempio, l'uso lecito della Localizzazione Satellitare, ecc. ecc.
    Molta strada si deve ancora fare per dare a questa professione l'importanza e il rispetto che merita.
Massimiliano Altobelli - Investigatore Privato a Roma




Cassazione: le prove raccolte da un investigatore privato sono valide in causa di separazione


La Corte dà ragione a un marito che aveva chiesto il divorzio dalla moglie dopo aver scoperto il suo tradimento. Per scoprirla ha assoldato un detective. Confermate le sentenze del tribunale di Modena e della corte d'Appello di Bologna.




BOLOGNA - Via libera alle investigazioni di un detective privato portate come prova in tribunale in una causa di separazione. E' la Cassazione a stabilirlo dando ragione ad un uomo che aveva assoldato un investigatore per accertare l'infedeltà della moglie. Era stata la signora, che voleva separarsi dal marito, a promuovere la causa chiedendo il mantenimento. Ma i giudici hanno ritenuto che dalle fotografie e dai tabulati telefonici emersi dalle indagini dell'investigatore e portati in tribunale, fosse la nuova relazione della moglie la ragione della definitiva rottura del rapporto tra i due coniugi. Le hanno quindi addebito la separazione, escludendo il suo diritto al mantenimento, nonostante questa avesse sostenuto che il matrimonio fosse in crisi prima della sua infedeltà, tanto che dormivano in camere separate.

La Cassazione - con la sentenza 11516 della prima sezione civile, che ha confermato quanto stabilito nel merito dal tribunale di Modena e dalla corte d'Appello di Bologna - ha ribadito quanto stabilito dalla stessa Corte nell'ambito dei rapporti di lavoro "ove è consentito al datore di lavoro incaricare un'agenzia investigativa al fine di verificare le condotte illecite da parte dei dipendenti". "Nel contesto della materia familiare - scrivono gli ermellini - parimenti il ricorso all'ausilio di un investigatore privato è ammesso".

Nel caso dei due coniugi la corte d'Appello ha ritenuto che la violazione del dovere di fedeltà fosse precedente alla domanda di separazione sulla base delle date delle fotografie e dei tabulati telefonici portati in tribunale. Su questo punto aveva fatto ricorso in Cassazione il difensore della donna, opponendo che "la relazione investigativa era stata redatta da un terzo su incarico del marito, dunque senza le garanzie del contradditorio" e che l'investigatore "aveva narrato una serie di fatti giungendo a conclusioni del tutto personali".

Secondo la Cassazione si tratta "di dati del tutto oggettivi, non di mere deduzioni dell'investigatore privato incaricato". A fronte dell'adulterio, dunque, il
 marito "ha assolto all'onere della prova su di lui gravante", mentre - conclude la Suprema Corte - "l'anteriorità della crisi matrimoniale" rispetto all'infedeltà, sostenuta dalla moglie, "non è stata positivamente accertata dalla corte di merito".

Fonte: bologna.repubblica.it

giovedì 8 maggio 2014

Convinto di avere cimici dei servizi nelle calzature rubava scarpe di continuo, arrestato



..ma io dico..invece di fare tutto stò casino, mi chiamava, gli facevo una bonifica elettronica alle scarpe e gli dicevo se c'era o meno la presenza di microspie all'interno.. è vero che avrebbe speso 200/250 euro, ma evitava il carcere.....
Scherzo.. Ma il problema delle persone che si sentono perseguitate non è da prendere alla leggera.. Nel cosrso della mia attività ho conosciuto molti Clienti convinti di essere perseguitati da ex, da servizi segreti, da ex datori di lavoro, dalla Cia, ecc. ecc.
Il lavoro consiste a volte anche nel dare un cossiglio o una rassicurazione..
Massimiliano Altobelli - Investigatore Privato a Roma




Convinto di avere cimici dei servizi nelle calzature rubava scarpe di continuo, arrestato






Trent'anni, alcune difficoltà economiche e la necessità di avere scarpe continuamente nuove. Thiago Aparaceido Mingone è infatti convinto che i servizi segreti mettano le cimici nelle sue calzature, per intercettarlo. Quindi il ragazzo, originario del Brasile, costretto a cambiare scarpe frequentemente, viene arrestato praticamente ogni settimana, quattro volte solo nel mese di aprile e sempre per aver rubato calzature. Anche recentemente, su richiesta del pubblico ministero Mario Pesci, è stato convalidato l'arresto nei confronti del ladruncolo. Dopo il provvedimento emesso dal giudice, il Lupin delle scarpe, in attesa che inizi il processo che lo vede accusato di rapina e lesioni personali, dovrà restare lontano dalla capitale.

Il Lupin delle scarpe. Thiago Aparaceido Mingone ha commesso il suo primo furto lo scorso marzo. Da allora il ladruncolo, brasiliano senza fissa dimora, non si è più fermato, specializzandosi in una particolare tipologia di furti e collezionando diverse denunce, quattro solo nel mese di aprile e sempre per lo stesso reato: furto di scarpe. Un'esigenza, quella di avere continuamente scarpe nuove, alla quale il ragazzo non può rinunciare. E' infatti convinto di essere pedinato dai servizi segreti. Secondo il giovane brasiliano, che ha anche chiesto asilo politico nel Belpaese, gli 007 italiani lo intercetterebbero, ascoltando ogni sua conversazione grazie ad alcune cimici inserite nelle sue scarpe. I suoi persecutori, sarebbero così solerti da riuscire a inserire sofisticate apparecchiature nelle sue scarpe ogni settimana. Così l'uomo, è frequentemente costretto a recarsi in un negozio diverso, dove ruba sempre e solo scarpe. A fine aprile infatti, giunto alla Benetton della stazione Termini, ha chiesto alla commessa di provare un paio di calzature. Successivamente, approfittando della confusione, si è allontanato lasciando i suoi mocassini e calzando un paio di scarpe nuove. Così le forze dell'ordine, allertate dalla commessa, hanno arrestato l'uomo nonostante i tentativi di aggressione del ladro ai danni dei militari. Dopo i numerosi arresti i carabinieri conoscono molto bene Thiago ed hanno chiesto al ragazzo come mai rubasse così tante calzature. A quel punto il ladruncolo ha spiegato di essere vittima dei servizi segreti.

mercoledì 7 maggio 2014

Sharia e lapidazione per gli adulteri Rivolta contro il sultano del Brunei



Nella mia solita ricerca di notizie "curiose" nel web, mi sono imbattuton in questa che non mi pare male..
Che dire.. Io mi occupo di Infedeltà Coniugali da circa 20 anni e ne ho viste "di tutti i colori".. Diciamo che se ci fosse la legge anche quì che punisce con la lapidazione chiunque si renda partecipe di un adulterio.. rimarebbero in pochi a circolare liberamente..
A parte gli scherzi e le battute, a mio avviso è una barbarie.. possiamo dioscutere a lungo sull'infedeltà e sulla mancanza di rispetto che comporta, ma la legge della lapidazione mi pare fuori luogo..
In ogni caso molte persone su cui ho svolto investigazioni per conto del loro coniuge, avrebbero di gran lunga preferito la lapidazione rispetto all'esito economico delle loro cause in Tribunale..


Massimiliano Altobelli - Investigatore Privato a Roma



Sharia e lapidazione per gli adulteri Rivolta contro il sultano del Brunei.

Le norme si applicheranno anche ai cristiani. Inutili le proteste delle organizzazioni umanitarie internazionali. Appelli per boicottare gli hotel a 5 stelle del sultanato.






Nelle parole del sultano Hassanal Bolkiah, l’introduzione del codice penale islamico per il felice popolo del Brunei è «un atto di fede e gratitudine nei confronti di Allah, l’onnipotente». Si tratta di infliggere pene come la flagellazione, l’amputazione degli arti ai ladri e la morte per lapidazione agli adulteri e a chi commette atti sessuali contro natura. La decisione è stata presa dopo una lunga polemica che ha coinvolto le organizzazioni internazionali per i diritti dell’uomo. Ma il sultano, dall’alto dei suoi 20 miliardi di dollari di ricchezza personale costruita sul petrolio e del diritto divino al regno sui 416 mila sudditi del suo minuscolo Stato incuneato nel Borneo, il primo maggio ha emanato il decreto. Come riportato dalle cronache mondane, il sultano vive in un palazzo di 1.788 stanze, si fa proteggere da una guarnigione di mille soldati britannici ereditati dall’epoca coloniale ed è noto per la stravaganza: quando festeggiò i 50 anni, ingaggiò Michael Jackson per una serata costata 17 milioni di dollari. Come regalo di nozze alla terza moglie, una star televisiva che ha meno della metà dei suoi anni, pensò a un corano d’oro da quattro milioni. Gli eccessi contraddistinguono la famiglia regnante. 
Il fratello del sultano, Jefri Bolkiah, ha un harem e un superyacht che si chiama «Tits» (tette) e due barche d’appoggio battezzate «Nipple 1» e «Nipple 2» (capezzolo uno e due). Tempo fa i fratelli si scontrarono per un ammanco miliardario nelle casse del sultanato.

Oggi Hassanal Bolkiah ha 67 anni e con l’età, dicono i politologi, sta diventando sempre più religioso. Forse si prepara all’aldilà. Il sultano, secondo i sondaggi, gode dell’appoggio di quel 70 per cento della popolazione del Brunei che è formato da musulmani di rito sunnita. Il resto è composto da un 15 per cento di cinesi e da una minoranza cattolica e anglicana. La legge coranica si applicherà anche a loro e i vescovi locali già temono di dover sospendere i battesimi per non incorrere nei rigori del codice. 
Bolkiah sostiene che il codice penale islamico difenderà il regno dall’esterno, dalla globalizzazione che porta influssi decadenti, tentazioni che vengono diffuse via Internet: «Queste leggi sono un aiuto di Dio». Il codice legato alla Sharia sarà introdotto in tre fasi. Nella prima subiranno ammende e pene detentive coloro che saranno trovati colpevoli di condotta indecente, metteranno al mondo figli al di fuori del matrimonio o non frequenteranno la moschea il venerdì. Nella seconda fase, a fine anno, i condannati per furti e rapine saranno frustati pubblicamente o avranno le mani tagliate. L’anno prossimo la fase finale: lapidazione a morte per adulterio e sodomia. 

La protesta della Commissione diritti Umani delle Nazioni Unitenon ha fermato il sultano. Lo ha lasciato indifferente anche la minaccia di Londra di rivedere l’accordo che fornisce al Brunei (a pagamento) il battaglione di soldati di Sua Maestà britannica. Si sta mobilitando anche un fronte di personalità del jet set internazionale, guidato dall’attore inglese Stephen Fry e dalla star americana Ellen DeGeneres. «Dobbiamo mandare al sultano un chiaro messaggio: cominciamo boicottando la sua catena di alberghi a cinque stelle Dorchester Collection», ha scritto su Twitter Fry, che si rivolge ai suoi 6,7 milioni di followers. Si è unito il designer di scarpe americano Brian Atwood, che ha incitato l’industria della moda a disertare gli alberghi Dorchester di Londra, Parigi e Milano durante le settimane delle sfilate. La catena comprende tra gli altri il Bel-Air di Los Angeles, il Dorchester di Londra, l’Athenée a Parigi, il Principe di Savoia a Milano. I dipendenti degli alberghi hanno diffuso un comunicato: «Noi con le questioni religiose e politiche non c’entriamo». 

domenica 4 maggio 2014

Minori, sempre più genitori dai detective per controllare i figli.


Il controllo dei minori è sempre stata un'attività importante e molto frequente per gli investigatori privati, infatti sempre più genitori sono preoccupati per le frequentazioni dei loro figli. Questo anche alla luce degli ultimi eventi di cronaca.

Devo dire che non sempre le preoccupazioni dei genitori risultano essere poi fondate, ma, come si dice, meglio "prevenire" che "curare".

Massimiliano Altobelli - Investigatore Privato a Roma



Minori, sempre più genitori dai detective per controllare i figli.



ROMA - I genitori ricorrono sempre più al detective privato per conoscere le abitudini dei figli. Il trend è diffuso, ma si registra con particolare frequenza nei grossi centri abitati, dove entrambi i genitori sono costretti a tante ore al lavoro. Emerge dai dati delle stesse agenzie investigative (per quanto non sia disponibile nessun dato complessivo nazionale). Alla Global security di Genova, ad esempio, ormai la tutela dei minori copre il 15% delle attività. Di più: alla Phersei con sede a Milano, le richieste (su tutta Italia) sono passate dalla ventina del 2011, alle 50 del 2012 fino alle 70 del 2013. 
investigatore_privato_figli"Di solito, le indagini partono dalla verifica delle cattive frequentazioni, per poi arrivare anche a scoprire casi di tossicodipendenza, abuso di alcol e altro", spiega Marzio Ferrario, amministratore di Phersei. "Al di la' del fenomeno droga, i genitori si preoccupano soprattutto per le frequentazioni. Sono in aumento i casi di ragazze che si prostituiscono per avere più soldi da spendere", gli fa eco Silvio Bacherini, titolare della licenza da investigatore privato dal 1987 con la sua Global security a Genova. Le indagini sui minori hanno spesso durata breve. Difficilmente superano i 30 giorni. La difficoltà per l'investigatore è riuscire ad inserirsi in un ambiente giovanile e conquistarne la fiducia, senza essere sorpreso. 

E poi la parte dura è affrontare la verità che spesso emerge dall'indagine: "Nel 90% dei casi i genitori avevano fiutato giusto", nota Bacherini. E' qui che gli investigatori giocano la parte più' difficile. Devono mantenersi asettici, rimanere legati solo a quanto emerge dalla relazione e dai riscontri fatti, evitare di dare giudizi. "Per questo spesso consigliamo alla famiglia di rivolgersi a psicologi con cui possiamo collaborare per decidere come dirlo al minore e come la famiglia deve trattare quest'informazione", commenta Ferrario. "Il problema di fondo è legato a come è cambiata la famiglia, al fatto che esistono sempre meno momenti per parlarsi e per stare tutti insieme. Per questo gli psicologi sono più titolati di noi, che forniamo solo i dati oggettivi da cui partire", aggiunge Bacherini. L'altro punto critico delle indagini sui minori riguarda gli effetti sulle relazioni della famiglia. Spesso infatti il minore frequenta qualche coetaneo che ha sua volta ha qualche giro poco pulito. Come si deve comportare l'altra famiglia? Le verità dell'indagine spesso mettono a dura prova le relazioni anche con i genitori del "complice". 



fonte: diregiovani.it